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mercoledì 19 dicembre 2018

La Terapia con Metodo EMDR


Posto un importante articolo uscito oggi sul giornale Repubblica delle Marche sull’importanza e l’efficacia della terapia con metodo EMDR per affrontare e risolvere disturbi connessi ad eventi traumatici.

Dott.ssa Jessica Ferrante
Psicologa- Psicoterapeuta.
Terapeuta EMDR.
3474658525

mercoledì 12 settembre 2018

AVETE MAI PENSATO A UNA TERAPIA FAMILIARE, ANZICHE' INDIVIDUALE?

Da diversi anni mi occupo di minori. Ragazzi che hanno preso strade sbagliate, che hanno vite sregolate prive di orari e di regole, che si sono persi nel sentiero della vita e insieme a loro spesso anche le loro guide, i genitori, che si domandano cosa hanno sbagliato, cosa potevano fare, di chi è la colpa.
Ragazzi che troppo spesso precocemente si avvicinano alle droghe leggere, che non tornano a casa la notte, che frequentano compagnie sbagliate o fidanzati sbagliati, che si dimenticano di frequentare la scuola.

Mi rendo sempre più conto nel mio lavoro di psicoterapeuta di quanto sia importante, in questi casi lavorare con l'intero nucleo familiare, perché tutti possano prendere consapevolezza dei vissuti di ciascun membro in un contesto protetto e rispettoso del dolore di ciascun individuo.
Questo contesto è quello della Psicoterapia Familiare.
Se mi domandate perché non si può lavorare magari con un solo individuo "Il Figlio", " La Madre " o "Il Padre"?
Vi rispondo che si , si può fare! Ma è un lavoro diverso, che a volte non rende giustizia alla complessità della situazione, perché il singolo rischierebbe di sentirsi l'unico pezzo sbagliato di un puzzle, cosa che non rappresenterebbe la realtà.
Non cerchiamo vittime o colpevoli, ma lavorare insieme per risvegliare quelle risorse che la famiglia ha , ma non riesce in quel momento a vedere, per sbloccare l'impasse in cui si trova.
La parola chiave è "INSIEME", uniti.

 
Dott.ssa Jessica Ferrante
Psicologa- Psicoterapeuta.
Terapeuta EMDR.
Ricevo a Macerata in Via Trento D39.
Ricevo per appuntamento.
Contattare il 347-4658525.
 


martedì 20 marzo 2018

L'APPLICAZIONE DEL METODO EMDR IN PSICOTERAPIA

L'APPLICAZIONE DEL METODO EMDR IN PSICOTERAPIA

Chi sono?
Sono la Dott.ssa Jessica Ferrante  una psicologa-psicoterapeuta a indirizzo sistemico-familiare.
Ho conseguito la certificazione per l'utilizzo della metodologia EMDR in psicoterapia.
Ricevo a Macerata in Via Trento D39. 
Mi potete contattare per un appuntamento al 347-4658525

Che cos'è l'EMDR?
L' EMDR è un metodo psicoterapeutico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni emotivamente stressanti.
l'EMDR utilizza i movimenti oculari per desensibilizzare del trauma.
Che cos'è il trauma?

l trauma è una ferita dell'anima, ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.
esistono i piccoli traumi cioè esperienze soggettivamente disturbanti ( umiliazione, perdita lavoro, separazioni,ecc). Accanto a questo si collocano i trauma con la T maiuscola cioè quegli eventi che hanno minacciato l'integrità della persona ( terremoto, alluvioni,incidenti, abusi, ecc)

Questi traumi lasciano dei segni a livello celebrale, che si ripercuotono a livello corporeo.

I PRINCIPALI CAMPI DI APPLICAZIONE 

L'EMDR proprio per la sua efficacia , è la psicoterapia di eccellenza nei contesti di emergenza, tant'è che quando avvengono le calamità naturali ( terrEmoti, alluvioni, gravi incidenti ) che coinvolgono una mole grande di persone, l'equipe di psicologi chiamata ad intervenire sono coloro che utilizzano l'EMDR.


lunedì 25 settembre 2017

STUDI APERTI

In occasione della giornata mondiale della Psicologia, Io e la dott.ssa Claudia Capucci aderiamo a una serie di eventi per promuovere la figura dello psicologo.
Proponiamo per il 10 Ottobre 2017 un primo colloquio gratuito rivolto a famiglie o coppie previa prenotazione telefonica al seguente contatto 347-4658525 presso lo studio in via Pola Civitanova Marche e sempre la sera dello stesso giorno alle ore 21 presso la stessa sede un incontro informativo sulla figura dello psicologo.

Dott.ssa Jessica Ferrante

giovedì 19 febbraio 2015

AIUTAMI A CAMBIARE SENZA CAMBIARE

Il titolo di questo post non è così bizzarro come potrebbe sembrare.
A volte il paziente si decide a contattare lo psicologo, quando arriva al limite, quando il sintomo non è più controllabile e gli sta sfuggendo di mano, e ciò provoca la paura ... arriva a contattare lo psicologo a volte guidato e consigliato da un medico di riferimento che ha escluso una qualsiasi origine organica della sintomatologia ( non si può rendere e considerare psicologico qualcosa che non lo è, è perciò fondamentale aver escluso una qualsiasi altra origine del problema), a volte consigliato da conoscenti che ne hanno in passato avuto esperienza di un percorso psicologico, altre volte navigando qua e la in internet smistando tra le varie offerte chiamiamole così che sono presenti sul su territorio.
A volte ti dicono proprio provo te e dopo Lourdes.
Così arriva la chiamata tremante e titubante di quel paziente che ha trovato la forza in sé di provare, la senti subito la sua paura, come quando arrivano nel tuo studio e si vorrebbero fare piccoli come una formica , o subito ti dice che non lo sa nessuno; è  qualcosa che ha deciso  e ha intrapreso da solo e da solo vuole iniziare e concludere questo percorso.
Poi man mano vedi proprio come si scioglie, piano piano da rigido come una statua su quella sedia, le gambe si rilassano, le braccia non sono più conserte ma morbide e perché no si può anche ridere, ma quasi quasi non è poi così male e perché no gli psicologi non sono tutti pazzi come di solito il mondo li descrive.
Così si stringe un contratto terapeutico con il paziente, la coppia o la famiglia che decide di intraprendere un percorso psicologico, che prevede un accordo reciproco rispetto gli obiettivi il contenuto, la lunghezza e i metodi della terapia.
In tutte le sedute ma particolarmente nelle prime è importante creare l'occasione per il soggetto/i di sentirsi a proprio agio per poi affrontare argomenti più impegnativi.
Discutere di argomenti neutrali tende ad aumentare la distensione e la sensazione di essere accettati , e facilita il passaggio al vero lavoro della seduta.
Affinché il percorso abbia successo il paziente deve rispettare il suo terapeuta e credere che egli voglia aiutarlo, i terapeuti devono comprendere i loro pazienti e credere che la " cura " abbia qualcosa da offrire loro per risolvere i problemi..
Arriva poi la parte più dura del lavoro, il paziente di chiede sempre di aiutarlo a cambiare, ma questo cambiamento in realtà e lui stesso ad ostacolarlo e lì che bisogna individuare le risorse che lui porta con sé, enfatizzarle e portarle al massimo livello.
Una visione fondata sulle risorse e sulla resilienza permette di ridurre l'enfasi sulla disfunzionalità del soggetto e del suo sistema, viene sottolineata la capacità auto-riparativa del soggetto o della famiglia /coppia.
Il sintomo non va aggredito, ma compreso, lui rappresenta la modalità comunicativa più idonea che il paziente ha trovato per manifestare il suo disagio.
Come dice Walsh, 1998, " I terapeuti promuovono la resilienza quando dedicano il loro interesse alle risorse e alle capacità di individui e famiglie in misura uguale se non superiore a quelli dedicati ai problemi e ai deficit".

Vi vorrei lasciare con una frase di Steve Jobs che mi piace particolarmente sul cambiamento :

Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così " Se vivrai ogni giorno come fosse l'ultimo, un giorno avrai sicuramente ragione"... da allora mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi " Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita , vorrei fare quello che sto per fare oggi?.
E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
Ricordarmi che morirò presto è il più grande strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita.
Perché quasi tutte le cose, tutte le aspettative, l'orgoglio, i timori di essere imbarazzati o di fallire, svaniscono di fronte all'idea di morte, lasciando solo quello che c'è di realmente importante.
Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che abbiamo sempre qualcosa da perdere. Siamo già nudi , non c'è ragione quindi per non seguire il nostro cuore.

giovedì 4 dicembre 2014

"DIVERSO DALL'AMORE"
 
Oggi affronterò il tema della violenza di genere, di cui si è parlato in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne, tramite un dibattito che si è tenuto nei giorni scorsi presso il Comune di Monte San Giusto (MC).
e' bene sottolineare come oggi siamo circondati da diversi fenomeni di violenza e che quella di genere è una della diverse forme che può assumere.
 
 

L'organizzazione mondiale della sanità definisce la violenza come l'uso intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o agito, contro sè stessi o altre persone, gruppi, comunità ; che può produrre lesioni fisiche, danni psicologici, privazioni.
Qualsiasi tipo di violenza messa in atto implica : violazione, ingiustizia e squilibrio di potere.
Quando parliamo di abuso è bene che lo distinguiamo dal conflitto, l'abuso implica l'esistenza di una vittima e di un aggressore, il conflitto, invece, presuppone una condivisione di responsabilità e diventa preoccupante solo quando diventa l'unica modalità con cui relazionarsi con un'altra persona.
L'abuso consiste nell'occupazione dell'universo psichico di una persona da parte di un'altra.
Include atti di rifiuto, allontanamento e isolamento sociale.
Le cause di un comportamento violento possono essere molteplici:
  1. struttura di personalità
  2. storia personale del soggetto
  3. stile di attaccamento con le figure significative
  4. tipo di relazioni familiari
 
Lo stalking è una tipologia di abuso definibile tendenzialmente psicologico.
E' definito " Sindrome del molestatore assillante" è caratterizzato da comportamenti ossessivi, finalizzati al sequestro psicologico della vittima.
Lo stalker può essere un ex partner, un conoscente o uno sconosciuto.
La coppia all'interno del quale viene agita la violenza è caratterizzata da una relazione complementare, in cui un partner è in posizione superiore rispetto all'altro e parliamo di posizione one-up, mentre chi subisce è in una posizione one-down.
La manifestazione della violenza nella coppia, segue un ciclo che tende a ripetersi : crescita della tensione, manifestazione di una violenza psicologica nei confronti della donna ( ad esempio: attacchi verbali con derisione, isolare la donna, gelosia e ossessività, minacce verbali di abuso o di abbandono, danneggiamento di proprietà), maltrattamento con episodio di violenza fisica ( esempio: lancio di oggetti, spintonamento, schiaffi, morsi, calci, pugni, percosse, soffocamento, minaccia con arma), poi vi è il momento dello scarico di responsabilità ( la coppia ricerca le cause del comportamento violento: stress, difficoltà economiche, provocazioni della vittima) ; la vittima spesso si sente in colpa per non aver saputo evitare l'esplosione del partner, arriva il momento della cosiddetta " Luna di miele" l'abusante vuole farsi perdonare per l'episodio violento, la vittima dall'altro canto è convinta di essere l'unica in grado di cambiarlo.
La violenza tende però a ripetersi nel tempo, presenta un escalation temporale ( cioè gli episodi violenti tendono ad avvenire più spesso e ad assumere forme di maggior gravità), sono presenti continue false riappacificazioni, la violenza non è un'occasionale scoppio d'ira, ma è finalizzata a costituire un rapporto gerarchico nella coppia.
 
E' bene sottolineare che quando parliamo di rapporto di coppia in cui è presente la violenza, parliamo comunque sia di una relazione patologica.
LA DOMANDA CHE RICORRE COSTANTE NELLE MENTI DI TUTTI NOI E' " PERCHE' NON LO LASCIA ?" Ciò che viene scelto è la relazione e non la violenza.
Altri motivi possono essere :
  • situazione di pericolo
  • aderenza ai ruoli di genere
  • presenza di minori
  • isolamento sociale
  • senso di protezione verso il partner
  • difficoltà economiche
  • risposte istituzionali inadeguate
La violenza di genere causa nella donna la manifestazione di diverse psicopatologie: depressione, disturbo post-traumatico da stress, disturbi ossessivi compulsivi, uso di alcol o droga, disturbi alimentari, disturbi d'ansia.
 
Per riassumere possiamo dire che il maltrattamento è un processo che l'uomo sceglie di mantenere per ottenere potere e controllo sulla vittima , non è una forma di conflitto coniugale a causa di disparità di forze in gioco.
L'autore della violenza appartiene a tutte le fasce di età, sociali, e culturali.
Amore, violenza e giustizia vanno affrontati tramite la denuncia.