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domenica 27 luglio 2014

http://nicolapiccinini.it/una-terapia-psicologia-non-costa-niente/2014/07/
Volevo condividere con voi questo link che mi sembra interessantissimo , voi cosa ne pensate ?
Io penso che della psicologia ce ne sia sempre più bisogno nei più disparati campi e che essa sia ovunque , ma a volte fa più comodo che rivesta ruoli marginali .... Con grande rammarico per chi la potrebbe far diventare una grande risorsa da condividere !
Buona serata .

mercoledì 9 luglio 2014

L' ESAME DI STATO PER L'ABILITAZIONE ALLA PROFESSIONE DI PSICOLOGO

L'esame di stato per l'abilitazione alla professione di psicologo rappresenta un ostacolo che si frappone tra il tirocinio post-lauream con cui si chiude in qualche modo " i ponti " con l'università e la professione vera e propria.
E' un momento che racchiude forti aspettative, ansie per le prove ma soprattutto per la mole di studio indefinita, ciò che mette preoccupazione a volte è il non sapere neppure di cosa tratteranno le diverse prove che caratterizzano l'esame di stato e poiché ci troviamo senza a volte libri di riferimento, ci sembra di venir catturati da un panico dal quale è difficile uscire.
Proviamo a definire un po' meglio le caratteristiche dell'esame di stato.
L'esame di stato per l'abilitazione alla professione di psicologo può essere effettuato in diverse sedi universitarie, la scelta della sede può essere il risultato di diversi fattori: la sede può essere la stessa o diversa da quella in cui ci siamo laureate, può dipendere dal tempo che intercorre da una prova ad un'altra, dal tipo di orientamento che un Università può avere rispetto ad un altra, o si può basare su dei miti che si trasmettono da generazione in generazione si parla infatti di sedi in cui l'esame può risultare più facile o più difficile ( non entrerò in merito a questa discussione).
Sicuramente l'esame di stato richiede grande impegno, ma il percorso se affrontato nella giusta maniera porta con sé anche soddisfazioni, ampliamento di conoscenze e capacità di concretizzare la mole di conoscenze psicologiche apprese negli anni in qualcosa di più concreto ( imparando la stesura dei progetti in psicologi, una eventuale modalità di lettura di un caso clinico,ecc).
La prima prova dell'esame di stato consiste nella stesura di un tema riguardante un argomento di Psicologia Generale, che verrà estratto il giorno stesso della prima prova su tre scelti dalla commissione giudicatrice.
Il tema solitamente può riguardare un tema di Psicologia Generale ,Psicologia dello Sviluppo o Psicologia Sociale.
Solitamente la Commissione richiede di sviluppare dei punti : definizione generale dell'argomento, principali autori di riferimento di una o due teorie che si vogliono approfondire in merito all'argomento ( esempio esce l'apprendimento definisco il condizionamento classico), un esperimento che vada a validare l'ipotesi dei ricercatori, eventualmente test per misura il costrutto di cui stiamo parlando, un ambito applicativo riferito alla teoria approfondita.
Il tutto deve essere il più possibile coerente.
Consiglierei quindi di studiare stendendo già dei temi in cui seguite la seguente scaletta in modo da procedere per ordine e in maniera organizzata, ovviamente approfondite più di una teoria per argomento seguendo sempre la scaletta, per far questo affidatevi a dei buoni manuali di Psicologia Generale che magari avete già utilizzato all'Università, approfondendo anche su libri specifici all'argomento in cui vi siete concentrati.
questa può essere una modalità , ma ognuno ha un proprio metodo personalizzato.
La seconda prova riguarda la stesura di un progetto in psicologia, che può essere sia un progetto di sostegno , che di prevenzione o di riabilitazione e può riguardare anche qui diversi ambiti sociale, clinico o evolutivo, del lavoro.
La stesura del progetto segue diverse linee: analisi del contesto o premessa, obiettivi generali e specifici, destinatari diretti o indiretti, modello teorico di riferimento con rispettiva metodologia utilizzata, fasi, tempi e attività, risorse economiche e umana utilizzata, limiti e vincoli, costi, valutazione ex ante, in itinere ed ex post.
In commercio si trovano diversi manuali che spiegano cos'è e come si stendono i progetti in psicologia o manuali in cui vengono riportati esempi concreti di progetti.
Anche qui se non sapete cosa sia un progetto bisogna prima andare a recuperare le lacune, poi avventurarsi nella stesura di diversi progetti, seguendo dei modelli che troverete su libri in commercio o imparare leggendo più progetti possibili che si possono trovare anche su internet.
La terza prova richiede allo studente la capacità di effettuare un ipotesi diagnostica di un caso clinico proposto che può essere un caso clinico adulto uno di infanzia e uno dell'ambito lavorativo, a volte viene presentato anche uno neuropsicologico tra cui scegliere.
Ciò che viene richiesto è la capacità di effettuare un ipotesi diagnostica sulla base di dati presentati dal caso in questione che logicamente sono insufficienti per fornire una diagnosi.
Quindi si analizzano i dati presentati, si effettua un ipotesi diagnostica principale e altre ipotesi che chiameremo secondarie, sempre se richiesto dal caso, si richiederà un approfondimento dei dati mancanti attraverso un colloquio clinico o l'utilizza di test psicologici specifici per l'ipotesi di diagnosi in questione, e si procederà con un indicazione sempre ipotetica di una psicoterapia specificando il tipo e gli obiettivi che eventualmente ci si può proporre o qualora un approfondimento psichiatrico della situazione se fosse necessario o un collaborazione con altre figure specialistiche qualora fosse necessario.
L'ultima prova al contrario delle precedenti è una prova orale, riguardo il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, si richiede di commentare il contenuto di un articolo del codice e si racconta la propria esperienza di tirocinio post-lauream, soffermandoci non tanto a descrivere minuziosamente quale sia stata l'attività a cui abbiamo assistito supervisionati dalla nostra tutor, ma specificando cosa tale esperienza ci ha lasciato di professionalizzante. 
Spero di avervi chiarito un po' le idee, come si suol dire " in bocca al lupo"!
 





 

giovedì 3 luglio 2014

"BAMBINI INDIFESI"

Oggi più che mai siamo bombardati da messaggi di cronaca proposti dai mass media che riguardano la violenza ai danni dell'infanzia, quando parliamo di abuso intendiamo quell'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono: la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura di un bambino.
Il Disturbo Post-Traumatico da Stress, comporta lo sviluppo di sintomi tipici che si manifestano in seguito all'esposizione ad un fattore traumatico estremo, riconducibili a tre gruppi principali: sensazione di rivivere l'evento traumatico, evitamento degli stimoli associati al trauma, attenuazione della reattività generale e aumentato arousal.
I sintomi più caratteristici di quasi tutti i traumi infantili, indipendentemente dall'età del bambino e dal tipo di trauma subito, consistono in memorie intrusive e paure legate all'evento, cambiamenti di atteggiamento nei confronti delle persone, di alcuni aspetti della vita e del futuro, comportamenti ripetitivi tramite i quali viene rivissuta la situazione.
Possono manifestarsi anche sogni ripetitivi, ma difficilmente essi si presentano nei bambini con età inferiore ai 5 anni.
Quando una persona subisce un trauma, esperisce una grande quantità di ansia, non solo nel corso di tale esperienza, ma anche successivamente ogni volta che una situazione gli ricorda il trauma che l'ha colpita.
Coloro che hanno subito vessazioni, maltrattamenti, abusi, punizioni ingiuste, soprattutto in età infantile quando erano impotenti e incapaci di difendersi, vivono tra gli altri anche il problema di una profonda trasformazione dei sentimenti di fiducia nelle norme, nella giustizia e nella possibilità della punizione (Paola Di Blasio, "Psicologia del bambino maltrattato", Il Mulino, 2000).
Riporto di seguito i dati dell'Unicef in merito alla violenza sui minori e i progetti rivolti a tali destinatari.